"Non gli era ancora capitato di osservare come ardito e leggiadro sia il tocco delle mani sullo strumento, il moto che dai polsi alle falangi le anima secondo un ritmo musicale e plastico a un tempo e già in sé espressivo. Non lunghe, piuttosto piene e tornite, quelle mani nude di anelli, bianche, avevano del femmineo e dell'ecclesiastico, ma le percorreva una vita concentrata, ora soave ora violenta, le guidava un istinto infallibile. Calavano con una delicatezza amorosa o si abbattevano con impeto: le dita s'insinuavano agevoli, indugiavano caute, martellavano assidue, si posavano fremendo sui neri in fondo presso alla cimasa o se ne ritraevano accompagnando con una carezza il rilevarsi del tasto; avevano guizzi e e languori, in una vicenda lucida e incalzante a cui il suono, meglio che seguire come l'effetto meccanico, pareva fornire il commento. A tratti, il battito alterno e frequente del pollice e del mignolo imperniato sul tenue oscillare del polso, quel vibrar...