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Paul Krugman sul nuovo governo greco

"Sono convinto da tempo che Matthew Yglesias abbia centrato un punto molto importante quando ha notato che i politici dei paesi piccoli in genere hanno degli incentivi personali ad assecondare le richieste della troika, anche se questo vuol dire andare contro gli interessi del loro paese:...

[...] Ma un vero governo di sinistra, a differenza di uno di centro-sinistra, è molto diverso — non perché le sue idee politiche siano folli o selvagge, perché non lo sono, ma perché i suoi funzionari non saranno mai tenuti in grande stima dall’establishment di Davos. Alexis Tsipras non entrerà mai in un Consiglio di Amministrazione bancario, né diventerà presidente della Banca dei Regolamenti Internazionali, o magari commissario europeo. A Varoufakis non piace nemmeno mettere la cravatta — cosa che, consapevole o no, è un modo per dichiarare visibilmente che non ha nessuna intenzione di giocare al solito gioco. I nuovi leader greci avranno successo o falliranno, sul piano individuale, in base a ciò che succederà in Grecia. Non ci saranno premi di consolazione per un fallimento convenzionale..."

La traduzione italiana del post di Krugman del 9 febbario 2015 Greece: the tie that doesn't bind è disponibile sul sito Vocidallestero.it con il titolo Grecia, i legami che non uniscono.

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