È di recente pubblicazione un (altro) libro che raccoglie i risultati di indagini giornalistiche sull'università italiana, dal titolo molto eloquente: Un paese di baroni. Truffe, favori, abusi di potere. Logge segrete e criminalità organizzata. Come funziona l'università italiana, di Davide Carlucci e Antonio Castaldo, edito da Chiarelettere, 2009. Sul sito dell'editore sono presenti anche molti link ad articoli sull'argomento.
Presso l'Università di Milano è stata invece intrapresa una ricerca i cui risultati sembrerebbero smentire molte “percezioni” di disagio che da più parti emergono nei confronti del più alto livello di istruzione. Qui di seguito riporto alcune informazioni sulla ricerca.
Università denigrata: dati reali contro pregiudizi
“L’ondata di denigrazione indiscriminata che si è abbattuta sull’università italiana ha spinto un gruppo di ricercatori del nostro ateneo, coordinati dal prorettore Marino Regini, a verificare i dati su cui si fondano le critiche, attraverso una ricerca comparata fra i sistemi universitari dei sei maggiori paesi dell’Europa occidentale: Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna e Olanda, oltre all’Italia.
Il risultato è molto interessante e per vari aspetti inatteso: molte delle accuse che vengono rivolte alla nostra università non reggono il confronto dei numeri.
La ricerca prende in esame le cinque grandi aree di criticità emerse in questi ultimi mesi:
• la proliferazione eccessiva dell’offerta formativa
• la scarsa produttività degli atenei
• il sistema di reclutamento e le “baronie”
• la spesa eccessiva caratterizzata da sprechi e inefficienze
• la mancanza di attenzione alle necessità del mondo del lavoro.
Presso l'Università di Milano è stata invece intrapresa una ricerca i cui risultati sembrerebbero smentire molte “percezioni” di disagio che da più parti emergono nei confronti del più alto livello di istruzione. Qui di seguito riporto alcune informazioni sulla ricerca.
Università denigrata: dati reali contro pregiudizi
“L’ondata di denigrazione indiscriminata che si è abbattuta sull’università italiana ha spinto un gruppo di ricercatori del nostro ateneo, coordinati dal prorettore Marino Regini, a verificare i dati su cui si fondano le critiche, attraverso una ricerca comparata fra i sistemi universitari dei sei maggiori paesi dell’Europa occidentale: Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna e Olanda, oltre all’Italia.
Il risultato è molto interessante e per vari aspetti inatteso: molte delle accuse che vengono rivolte alla nostra università non reggono il confronto dei numeri.
La ricerca prende in esame le cinque grandi aree di criticità emerse in questi ultimi mesi:
• la proliferazione eccessiva dell’offerta formativa
• la scarsa produttività degli atenei
• il sistema di reclutamento e le “baronie”
• la spesa eccessiva caratterizzata da sprechi e inefficienze
• la mancanza di attenzione alle necessità del mondo del lavoro.
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