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Olimpiadi Parigi 2024: alcune considerazioni

 

"La parola sport deriva dal latino “deportare” ovvero andare fuori dalle porte della città evidentemente per svagarsi in ville e tenute di campagna o semplicemente per godere del paesaggio. Nel tempo questa parola delle classi alte ha dato origine all’italiano diporto, allo spagnolo deporte, al francese desport, poi tramutatosi in Inghilterra in disport e abbreviato poi in sport. Dunque si tratta di una parola di ritorno che comunque significa in radice fare qualcosa di piacevole in modo gratuito. La stessa parola ha dato origine anche a significati ben più sinistri come deportare e deportazione, presenti in tutte le lingue romanze a causa del fatto che sia durante l’impero sia nell’epoca dei Comuni una delle pene più in uso per le persone non gradite dal potere, ma comunque di una certa rilevanza, era quella di mandarle in esilio e dunque mandarle fuori porta, questa volta in ceppi. 

Ora guardando il guazzabuglio parigino, capolavoro di pessimo gusto occidentale e, nonostante l’abbondanza di tricolori francesi, un deludente zibaldone di chiara marca hollywoodiana, guardando gli innumerevoli recinti zoologici eretti nelle strade della città, necessari per la “sicurezza”, le migliaia e migliaia di poliziotti con i fucili d’assalto, le vere e proprie pareti di blindati, i ticket necessari per muoversi, osservando l’uso politico che si fa delle Olimpiadi con l’esclusione della Russia e della Bielorussia, si può senz’altro dire che i due significati sono stati riconciliati..."

L'art. Prigione Parigi: non lo fanno per sport  SEGUE  sul blog "Il Simplicissimus".

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