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Utilità e verità delle teorie: citazione d'autore

In una affollata conferenza a Vienna nel 1900, il fisico Ludwig Boltzmann disse:
le teorie e le deduzioni sono non prima vere e quindi, di conseguenza, utili, ma piuttosto sono state utili e quindi, di conseguenza, considerate vere
[trad. it. dell'autrice del blog]
Fonte: Jerry Fodor e Massimo Piattelli Palmarini, What Darwin got wrong.

[Integrazione del 7 aprile 2020]]
Massimo Piattelli Palmarini, che ringrazio, mi ha inviato questo commento alla citazione:
"Boltzmann fu grandissimo fisico, ma cattivo filosofo. Il suo tentativo di ri-fondare logica e filosofia su Darwin è fallimentare. L’utilità di un tratto, di un comportamento è un risultato obiettivo, date certe condizioni ambientali. Le basi genetiche trasmissibili possono esserci, problema spesso non facile da risolvere. Ma la verità è un giudizio, non si vede come possa esistere un “trasferimento” dall’utile al vero/falso. La migliore caratterizzazione della verità la si deve al logico polacco Alfred Tarski (1935) in Der Wahrheitsbegriff in den formalisierten Sprachen (da lui stesso tradotto in tedesco da una pubblicazione in polacco del 1933). Occorre avere non solo un linguaggio completo (il linguaggio oggetto, per esempio italiano, inglese, tedesco ecc.) ma anche un meta-linguaggio formale. La nozione di verità per il linguaggio oggetto deve essere un predicato del meta-linguaggio. Solo così si evitano i paradossi (come quello del mentitore). Il meta-linguaggio comprende al suo interno il linguaggio oggetto e ha modo di dare un nome (o etichetta) ad ogni frase del linguaggio oggetto. Il Sistema Tarskiano comprende funzioni, argomenti delle funzioni, tutti i quantificatori e la nozione (il predicato) nel meta-linguaggio: “vero-nel-linguaggio-oggetto”. Una congiunzione infinita di formule atomiche è la definizione della verità-nel-linguaggio-oggetto. Pazzesco assimilare utilità di fatto e verità. Boltzmann aveva torto."

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