L’immagine come anche il suono, pensiamo ad esempio alla musica, hanno un’efficacia espressiva, non narrativa. L’attuale tecnologia trasforma l'immagine in spettacolo. Nella sua ripetizione identica e indefinita. L’immagine non può essere vista e consumata come spettacolo da chi può collocarla nella sequenza temporale della propria esistenza, con tutto il carico emotivo e di senso di cui è impregnata. Soltanto chi è direttamente coinvolto può comporre l’immagine in una narrazione. Per gli spettatori, al di là della variazione delle tonalità emotive, l’immagine deve essere accompagnata dal racconto di ciò che è successo, dalle responsabilità, da tutto ciò che emerge nella ricostruzione e interpretazione dell’avvenimento. Nell’immagine, nella comunicazione iconica, "non vi sono tempi, né negazioni semplici, né contrassegni di modi" (Gregory Bateson, Verso un’ecologia della mente ).