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Mettere un pc nello zainetto e... poi?

Stimolata dall'articolo/intervista sul progetto Un pc per ogni studente sperimentato in una 5. elementare della scuola Don Milani di Rivoli (comune nei pressi di Torino) comparso sull'ultimo supplemento del Venerdì di “la Repubblica”, ho cercato di saperne un po' di più sul tema partendo dai link forniti nell'articolo e contattando direttamente Paola Limone, l'insegnante intervistata.

L'aspetto innovativo della “traduzione” del progetto in questa sperimentazione risiede nella possibilità (a illustrarlo è Paola Limone) di “rendere le tecnologie digitali di comunicazione un elemento davvero importante per la facilitazione degli apprendimenti. Ogni allievo, avendo il suo pc portatile, sarà guidato ed invitato ad usarlo nelle attività didattiche e nei diversi campi di conoscenza. Il lavoro di preparazione del "kit didattico" (scelta dei siti autorizzati per la navigazione, scelta dei software didatticamente utili da installare) è un altra importantissima novità. Non è la macchina a fare scuola, è sempre il docente che prepara percorsi didattici in base alle esigenze curricolari della propria classe. L'insegnante ha però bisogno di poter progettare attività e percorsi su computer che siano già ampliamente arricchiti di risorse e che garantiscano sicurezza e poca manutenzione...”.

Da non sottovalutare in progetti di questo tipo l'importanza di un buon allestimento hardware e software. Anche su questo versante, la novità è data dalla collaborazione con un istituto tecnico.

“L’impianto software prevede un desktop specifico per bambini (magic desktop) al quale vengono aggiunti 900 siti sicuri, 80 attività sa svolgere sul web e una decina di software didattici di qualità e gratuiti. L’impianto è talmente sicuro che non serve neanche un software antivirus e gli aggiornamenti sono superflui. Gli studenti dell’ istituto tecnico Ettore Majorana hanno installato e configurato in serie tutti questi 60 PC ed offrono l’assistenza tecnica per l’eventuale ripristino del software in caso di guasti...” dice Dario Zucchini.

Che la strada intrapresa da questi preparati e appassionati insegnanti sia quella più “adeguata” lo conferma (anche) l'attività di un gruppo di lavoro all'Università di Firenze orientato all'ideazione di una nuova certificazione in grado di valutare non tanto la conoscenza di specifici strumenti ma le doti cognitive richieste dall'essere in rete.

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