"The last three and a half years have been times of enormous upheaval. It has affected politics, economics, culture, media, and technology. It’s not just about the spreading of economic, cultural, and demographic decay. Millions and billions of lives have been wrecked, to be sure, but there is also a big impact on the way we see the world around us.
What we once trusted, we now doubt and even disbelieve as a matter of new habit. The simple categories of understanding that we once deployed to make sense of the world have been tested, challenged, and even overthrown. Old forms of ideological commitments have opened their way to new. This particularly pertains to intellectuals.
Or should in any case..."
[Trad. it.] Gli ultimi tre anni e mezzo sono stati tempi di enormi sconvolgimenti. Hanno interessato la politica, l'economia, la cultura, i media e la tecnologia. Non si tratta solo della diffusione del declino economico, culturale e demografico. Milioni e miliardi di vite sono state rovinate, certo, ma c'è anche un grande impatto sul modo in cui vediamo il mondo intorno a noi.
Ciò di cui un tempo ci fidavamo, ora lo mettiamo in dubbio e addirittura non ci crediamo più per una questione di nuova abitudine. Le semplici categorie di comprensione che un tempo utilizzavamo per dare un senso al mondo sono state messe alla prova, sfidate e persino rovesciate. Le vecchie forme di impegno ideologico hanno aperto la strada al nuovo. Questo riguarda in particolare gli intellettuali.
O dovrebbe in ogni caso...
Il lungo art., in data odierna, di Jeffrey A. Tucker SEGUE sul sito del Brownstone Institute.
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