"... Dal secondo dopoguerra ad oggi, un importante rialzo di mortalità si è osservato in Italia in almeno un paio di occasioni (figura 1).
La prima nel 1956, con circa 50 mila morti in più, concentrati nel periodo invernale² e in corrispondenza delle età anziane, verosimilmente attribuibili a fattori influenzali (complice la bassissima temperatura); la seconda volta è accaduto nel 2015, con un incremento ancora nella stessa misura su base annua (+50 mila), e anche in questo caso riconducibile in buona parte all’azione di virus influenzali in epoca invernale (associata agli effetti letali di un’estate particolarmente torrida). Tanto per avere un’idea, nel trimestre gennaio-marzo 2015 si sono contati 188.132 decessi, a fronte dei 164.590 e dei 166.965 nello stesso periodo, rispettivamente, del 2014 e del 2016..." LEGGI TUTTO sul sito di Neodemos.it.
Approfondimenti
La versione più ampia in: Gian Carlo Blangiardo, Scenari sugli effetti demografici di Covid-19 per l’anno 2020.
Rapporto sulla mortalità della popolazione residente, a cura di ISS e ISTAT.
La prima nel 1956, con circa 50 mila morti in più, concentrati nel periodo invernale² e in corrispondenza delle età anziane, verosimilmente attribuibili a fattori influenzali (complice la bassissima temperatura); la seconda volta è accaduto nel 2015, con un incremento ancora nella stessa misura su base annua (+50 mila), e anche in questo caso riconducibile in buona parte all’azione di virus influenzali in epoca invernale (associata agli effetti letali di un’estate particolarmente torrida). Tanto per avere un’idea, nel trimestre gennaio-marzo 2015 si sono contati 188.132 decessi, a fronte dei 164.590 e dei 166.965 nello stesso periodo, rispettivamente, del 2014 e del 2016..." LEGGI TUTTO sul sito di Neodemos.it.
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La versione più ampia in: Gian Carlo Blangiardo, Scenari sugli effetti demografici di Covid-19 per l’anno 2020.
Rapporto sulla mortalità della popolazione residente, a cura di ISS e ISTAT.
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