… [P]erché un processo deliberativo nella sfera pubblica possa essere chiamato confronto creativo le seguenti sette condizioni devono essere soddisfatte:
1. inclusione di una cerchia più ampia e completa possibile di tutti i portatori di interessi, di preoccupazioni e di punti di vista relativi al tema in discussione;
2. un tema che sia significativo per i partecipanti e che abbia un impatto duraturo nel tempo;
3. i partecipanti stessi formulano autonomamente delle regole ad hoc relative ai propri comportamenti e al processo decisionale che vogliono adottare;
4. un processo che mette al centro la comprensione dei reciproci interessi e non la negoziazione delle posizioni;
5. un dialogo teso alla ricerca congiunta di nuove proposte giudicate "migliori" di quelle di partenza dal numero più vasto possibile di partecipanti;
6. la ricerca di un esito nel quale non vi sono vincitori e perdenti e giudicato "accettabile" anche dai partecipanti meno entusiasti;
7. la comprensione del fatto che "il consenso" è raggiunto solo quando tutti gli interessi in campo sono stati esplorati e tutti gli sforzi sono stati fatti per soddisfare quanto li concerne (J. Innes 2004).
Fonte: Il metodo del Confronto Creativo: un upgrading della democrazia, di Marianella PB Sclavi, in
Sommario L’approccio del Confronto Creativo (CC) si distingue da quello della democrazia parlamentare perché ai tre principi del diritto di parola, di contraddittorio e voto a maggioranza, contrappone altri tre principi: diritto di ascolto, il diritto di collaborare nella moltiplicazione delle opzioni e il diritto al co-protagonismo nella invenzione di nuove soluzioni. L'articolo illustra due storici esempi e propone una teoria dei "4 livelli della democrazia deliberativa".
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